Breve storia dei collezionisti di immaginette

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La copertina di un album di immaginette religiose del XIX secolo
La copertina di un album di immaginette religiose del XIX secolo

Qualche studioso ha ritenuto che uno dei primi – se non proprio il primo in assoluto – collezionisti (o raccoglitori) di santini e immaginette devozionali, sia stato un certo Jacopo Rubieri, notaio di Parma, vissuto intorno alla metà del XV secolo.
Sembra che questo illustre signore amasse raccogliere immagini religiose, che reperiva nel corso dei suoi viaggi: una volta rientrato nel suo studio, ritagliava le figure per poi applicarle sugli atti giuridici dei suoi repertori. Altri notai, di altre parti d’Italia, nei secoli XVII e XVIII, solevano invece applicare le immaginette/incisioni sulle copertine dei loro registri, a fini decorativi.

Ma, secondo il mio parere personale, non furono i notai summenzionati i primi collezionisti di immaginette devozionali. Anzi, quelli non furono affatto veri collezionisti. Il primo, in quanto a metà del 400, le immaginette religiose, così come le intendiamo noi, non esistevano ancora, ma vi erano esclusivamente immagini religiose, di varie dimensioni, impiegate per molteplici usi. Si dovrà attendere ancora un secolo, fino alla seconda metà del XVI, perché si possa parlare di immaginette devozionali e santini, con le funzioni specifiche che tutti ormai conosciamo. Inoltre, la  curiosa pratica di ritagliare le figure religiose da fogli di libri o di altri supporti, per abbellire registri, la cui funzione strettamente “laica” era quella di raccogliere atti giuridici, redatti durante l’anno, sembra molto lontana dai caratteri tipici del collezionismo. Peraltro, un collezionista non si sognerebbe per nulla al mondo di ritagliare immagini, rovinandone l’originaria struttura, né utilizzerebbe immaginette per decorare le copertine dei propri repertori.

Detto ciò, i primi collezionisti, che possano essere definiti tali, di immaginette religiose, risalgono al XIX secolo, periodo in cui l’immaginetta cessa di essere solo oggetto di devozione, o comunque mezzo di divulgazione dell’educazione cattolica – in contrapposizione alle idee riformiste – per diventare anche oggetto di ammirazione e di attenzione. I canivets meccanici degli editori sansulpiciani, nelle loro innumerevoli e curiose forme ed espressioni, non erano certo acquistate da poveri devoti, per portarsele addosso; così come, sarebbe stato un “delitto”, maneggiare – durante le preghiere – le incisioni colorate a mano dei praghesi Koppe, Rudl e compagnia, o mettersele nelle tasche. Al massimo, si attaccavano alle pareti delle case e/o delle stalle.

Le pagine interne dell'album
Le pagine interne dell’album

Con la produzione di queste “belle” immaginette, nacquero i primi collezionisti, ovvero quelle persone, solitamente appartenenti ai ceti  borghesi e nobili, che iniziarono a raccoglierle, al solo scopo di custodirle e di ammirarle. Non a caso, risalgono a questo periodo anche i primi album specificamente dedicati a questa “nuova” forma di collezionismo. Generalmente, erano prodotti dagli stessi editori che stampavano le immaginette, soprattutto francesi. Non è raro, anche oggi, reperirne qualcuno con su scritto images pieuses (immagini devozionali). Nelle foto potete osservarne uno.

particolare dell'album
particolare dell’album

Come avrete notato, avevano una struttura a libro, con copertina in cuoio, pelle o stoffa (nel caso specifico, in velluto), mentre all’interno le pagine erano in cartone spesso, con delle nicchie, nelle quali erano collocate le immaginette. Nulla a che vedere con i brutti  raccoglitori moderni, di plastica.

Tornando ai collezionisti, uno dei più grandi fu senza dubbio Èmile Van Heurck, la cui straordinaria collezione fu utilizzata da Adolf Spamer per studiare e illustrare la sua monumentale opera. Il Van Heurck fu, nei primi decenni del Novecento, anche un importante studioso di immaginette religiose. Altri collezionisti e studiosi, soprattutto tedeschi, fiamminghi e francesi, hanno nel corso degli anni del secolo scorso contribuito molto allo sviluppo di questo settore.

In Italia, nel 1983, fu merito del Commendatore Gennaro Angiolino (1928-2002), studioso e collezionista, di aver contribuito a diffondere la cultura per le immaginette religiose, creando l’Aicis, che all’epoca si chiamava ancora Associazione di Collezionisti, prima di trasformarsi in Associazione di Cultori di immaginette, nel giugno del 2005.

Oggi gli appassionati di questo ormai importante settore del collezionismo cartaceo sono moltissimi. La maggior parte ha superato gli “anta”, come suol dirsi, ma sono sempre più i giovani che si avvicinano al nostro mondo. A prescindere, infatti, dalle motivazioni che muovono ognuno di noi a “raccogliere” immaginette, ritengo che oggi sia profondamente cambiato anche l’atteggiamento generale degli “altri” verso questa forma di collezionismo cartaceo: le risatine ironiche che si notavano sul viso di quanti credevano che il santino fosse un oggetto per bigotti, oggi sembrano del tutto scomparse.

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2 risposte

  1. Maria Irene Velha

    Gostei de encontrar e ler este artigo. Interesso-me por este tema e ainda não tinha encontrado um pouco da historia desta “arte”. Fico esperançada de um dia encontrar um livro com rigor histórico e aprofundamento do tema. Obrigada por me ter dado este conhecimento

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