Incisione su pergamena. Prima metà del XVII secolo. Anversa, C. Galle. Il verso si presenta bianco.
Incisione su pergamena. Prima metà del XVII secolo. Anversa, C. Galle. Il verso si presenta bianco.

Come già più volte ribadito, il santino fece la sua apparizione “ufficiale” nella storia dell’iconografia religiosa nella seconda metà del Cinquecento, quando i Padri Conciliari tridentini ne autorizzarono la stampa e la diffusione, anche attraverso la vendita. I primi santini “popolari” – ovvero destinati al popolo, anche alle classi più umili e ignoranti – portano la firma degli editori/incisori di Anversa. Centinaia di migliaia di immagini di Gesù, della Madonna o dei santi, vennero stampati su pezzi rettangolari di carta, di piccolo formato, perfettamente fruibili da chiunque. Fino alla metà del XVII secolo, il santino popolare si presenta in maniera molto semplice, con la figura del soggetto stampata sul recto, accompagnata al massimo dal nome/titolo e, in alcuni casi, da una didascalia e/o da una breve invocazione. Il verso si presenta assolutamente bianco.

Più tardi, nella seconda metà del Seicento, gli editori fiamminghi stamparono i cosiddetti Bidprentjes che possiamo considerare i primi santini provvisti di preghiera. Il recto si presentava suddiviso in due parti: quella superiore era occupata dall’immagine, su quella inferiore era stampato un testo sacro, più o meno lungo. Questa tipologia di immaginette fu prodotta in modo particolare da Franz Huberti, ma ne possiamo trovare anche con la firma di altri incisori, per esempio Isabella Hertsens. Introdotta con GHEBEDT (in fiammingo “Preghiera”), si concludeva – come le più moderne preghiere – con il latino Amen.

Primo esempio di preghiera su un santino. Produzione F. Huberti. Anversa, seconda metà XVII sec. Collezione privata D. Vella.
Primo esempio di preghiera su un santino. Produzione F. Huberti. Anversa, seconda metà XVII sec. Collezione privata D. Vella.

Più tardi, fra la fine del XVII e gli inizi del XVIII, alcuni editori stamperanno la preghiera accanto all’immagine, come si può osservare in questa interessante immaginetta fiamminga, firmata Cornelius de Boudt, pubblicata molto probabilmente nei primi decenni del Settecento.

In questa immaginetta, la preghiera è stampata a lato dell'immagine.
In questa immaginetta, la preghiera è stampata a lato dell’immagine.

L’uso di inserire un testo all’immagine religiosa si spiega con il fatto che si voleva aggiungere ulteriori “informazioni”, che potevano essere indicazioni sulla vita o sulle gesta del santo raffigurato, oppure indulgenze concesse a coloro i quali la recitassero. Esigenze nuove, rispetto agli inizi, quando l’immaginetta religiosa era considerata la Bibbia dei poveri. Essa non serve soltanto per convertire al Cristianesimo le popolazioni del Nuovo Mondo che non hanno mai conosciuto Cristo, ma anche per contrastare la diffusione delle idee protestanti, presenti in alcuni paesi dell’Europa.

Questo modo di stampare la preghiera lo troviamo fino alla prima metà del XIX secolo. Per quanto riguarda l’Italia, possiamo osservarne diverse nella prima produzione della Calcografia bolognese di Salvardi. Ma non solo. Osservate questa immaginetta, dedicata al Beato Andrea Dotti, dell’Ordine dei Servi di Maria. Sulla sinistra troviamo l’immagine, incisa all’acquaforte, mentre sulla destra il testo della preghiera.

Immaginetta italiana. Sec. XIX. Il testo della preghiera si presenta accanto all'immagine del soggetto.
Immaginetta italiana. Sec. XIX. Il testo della preghiera si presenta accanto all’immagine del soggetto.

Intorno alla metà del XIX secolo, cominciarono a diffondersi le immaginette provviste di preghiera sul verso. Le nuove tecniche di stampa consentivano il fronte/retro, senza che l’uno influenzasse la resa dell’altra.

Concludo con una domanda che il collezionista tout court potrebbe essere indotto a farsi: la preghiera è un elemento essenziale nell’immaginetta religiosa?

La risposta è no. Un’immaginetta sprovvista di preghiera resta tale, non è cioè incompleta. La preghiera è un elemento “eventuale”, dunque non necessario. Come ho spiegato, le immaginette nascono senza preghiera. Nel corso dei secoli è stata aggiunta. Ma anche oggi è facile trovare santini con il verso bianco, che possiamo inserire tranquillamente con gli altri nella nostra collezione. A meno che, fra i nostri criteri di classificazione, non vogliamo considerare anche l’elemento della preghiera. Ma è una scelta personale.

Definizioni
Cenni storici
Collezione o raccolta
Soggetti e attributi
Come si legge un’immaginetta
La datazione delle immaginette