Amore sacro e amor profano

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Santino ogni anima...La storia risale a un lontano 1966. Il movimento di contestazione giovanile non era ancora esploso e l’Italia viveva il miracolo economico, iniziato un decennio prima, dopo i disastri provocati dalla Guerra.

In un collegio di suore della Sicilia, una delle ragazze ospiti decide di porre fine al suo tormento: è innamorata e vuole dichiarare i suoi sentimenti alla persona amata.

Chi ha superato da qualche anno i Quaranta, sa benissimo che allora non era semplice, come lo è oggi, dichiararsi. Non c’era Facebook e l’unico modo per trasmettere un messaggio d’amore era quello di scrivere una lettera o un biglietto, da affidare a un’amica, che l’avrebbe consegnato a quella persona; la quale, a sua volta, avrebbe fatto conoscere all’interessata la sua risposta, più o meno con lo stesso sistema.

Nel caso specifico però le cose erano un po’ più complicate. A cominciare dal posto: un collegio per ragazze, gestito da suore. Se poi considerate che la persona di cui la studentessa (una novizia?) è innamorata è una donna, allora comprenderete che la situazione appare molto complicata. Anzi, complicatissima. Sì, perché la donna in questione è per di più una delle suore del collegio.

Immaginate lo scandalo che sarebbe potuto succedere – e chissà forse è avvenuto, non lo sappiamo – se fosse trapelata una notizia del genere. All’epoca ne avrebbero parlato anche i giornali.

Ma “al cuore non si comanda” e la “nostra” studentessa vuole agire in maniera prudente, anche se non teme più di tanto le conseguenze. Vuole andare fino in fondo. L’idea è di scrivere il suo messaggio d’amore sul verso di un santino. Non solo. Scrive il testo con un crittogramma, ovvero un messaggio in codice, che evidentemente conoscono solo lei e la suora.

Alcune parole sono state intenzionalmente cancellate
Alcune parole sono state intenzionalmente cancellate

Sono riuscito a decifrare il messaggio e ne riporto la trascrizione, omettendo naturalmente i nomi e la città.

Mia cara suor (…), anche se si scatenerà una forte tempesta non ti abbandonerò mai!
La Madre mi potrà proibire tutto, ma mai di volerle bene!
Al cuore non si comanda, ormai t’amo fortemente.
Nessuna cosa mi potrà separare da te.
Ti voglio sempre più bene e la tua immagine, a me tanto cara, mi segue ovunque.
Sono gelosissima di te e nessuna mai, suora o ragazza,
si dovrà permettere di guardarti con altri scopi.
Sei e sarai mia ora e sempre, o vuoi o non vuoi.
Ti bacio con tanto amore.
Tua cara (…)
(…) 24-3-66

Perché usare proprio un santino per trasmettere questo messaggio? Penso che la scelta fosse stata determinata, più che dall’insospettabilità del mezzo di comunicazione (in fondo, avrebbe potuto scrivere lo stesso testo su un foglio da inserire in un libro, un Vangelo, etc.), dall’affidabilità dello stesso. La ragazza si affida alla carica spirituale del santino, nel quale spera, che l’aiuti anche nella buona riuscita del messaggio. Come avrebbe reagito la suora? Avrebbe corrisposto il suo amore?

Anche la didascalia stampata sotto l’immagine del santino sembra non essere casuale: “Ogni anima ha la sua via. La segua con gli occhi fissi alla meta“. Un modo “religioso” per tradurre il motto profano: “Va dove ti porta il cuore“.

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3 risposte

  1. Gianluca

    Interessantissimo come sempre. Immagino che una notizia del genere, anche se non nuova, potrà suscitare molte domande e molte perplessità. Certo sono passati 50 anni dalla stesura è anche se oggettivamente sono pochi i decenni passati, per l’epoca il fatto in se stesso avrebbe sicuramente suscitato scalpore… se trapelato al di fuori delle mura monastiche. Chissà quanti di questi amori sono stati insabbiati e nascosti.

  2. Mariolina USA

    Molto interessante! Questa immaginetta e quella del soldato costituiscono per me due straordinari esempi di quelle che definisco “immaginette epistolari.” Inoltre, entrambe valgono come importanti documenti di storia.

  3. angela rotundo

    L’articolo mi è piaciuto tantissimo come lo stesso l’immaginetta bravissimo Biagio grazie

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