La filiconia è in buona salute ma rischia di tornare nell’oblio

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Hachette1Era il 1999, periodo d’oro del collezionismo filiconico: dopo molti anni in cui era stato terreno esclusivo di studiosi e cultori – ai quali si deve il merito di aver tenuto in vita un settore culturale che rischiava di restare nell’oblio più profondo, dove era rimasto per secoli – finalmente il collezionismo delle immaginette religiose si apriva all’interesse di quanti, fino ad allora, inconsapevolmente avevano raccolto il “prezioso” materiale per i motivi più disparati.

In fondo anche oggi è così: c’è chi colleziona perché devoto di un soggetto in particolare, chi perché si è trovato la raccolta intera in eredità, e in piccola parte, chi ha trovato in questo ramo del collezionismo cartaceo uno specifico oggetto di studio.

Ma al di là delle motivazioni personali, quello che più conta è il fatto che la filiconia abbia raggiunto la dignità di settore collezionistico di serie A. A dimostrazione di ciò capita sempre più di frequente che vengano organizzati convegni commerciali nei quali accanto ai banchi dedicati alla numismatica e alla filatelia, fanno bella mostra anche i raccoglitori con immaginette di ogni tipologia ed epoca.

Questo fatto è molto importante, perché significa che il santino non è più considerato un oggetto dozzinale e collezionarlo non corrisponde a un hobby di seconda categoria, alla stessa stregua dei tappi di bottiglie o delle carte pubblicitarie che avvolgono le arance.

Ma se finalmente la filiconia ha raggiunto il giusto posto che meritava, con tantissimi appassionati che aumentano di numero ogni giorno, è tuttavia vero che negli ultimi anni essa ha subito un arresto sul piano più strettamente culturale. Non si tengono più eventi storici come la Biennale di Piombino, Campofilone, Roseto degli Abruzzi, Premio Spamer. Chi come il sottoscritto colleziona da molto tempo sa di cosa parlo: non erano semplici mostre di immaginette, ma veri e propri incontri culturali, come dimostrano le pubblicazioni che li accompagnavano.

Cos’è cambiato allora in oltre vent’anni di collezionismo filiconico? Sicuramente ci sono più collezionisti e meno raccoglitori; certamente sentire parlare di santini non fa più sorridere; gli operatori commerciali considerano l’immaginetta allo stesso livello dei francobolli e delle monete; i collezionisti sono disposti a pagare cifre considerevoli per aggiudicarsi il pezzo mancante alla propria collezione; eppure

Eppure manca il motore. Mancano cioè tutti quegli eventi, di cui ho accennato sopra, che hanno avuto il merito di rendere importante la filiconia. Oggi, a parte alcune – pochissime – mostre tematiche organizzate nel corso dell’anno, sempre meno frequentate, non ci sono eventi culturali degni di essere menzionati – se qualcuno vuole smentirmi, ne sarò felice. E non credo sia tutta colpa della crisi.

A volte penso – forse con un pizzico di immodestia – che se non ci fossero il mio blog, quello di Paola Galanzi, o il sito di Piero Stradella e l’ultimo nato in ordine temporale, quello di Gianluca Lo Cicero, l’attività culturale filiconica si ridurrebbe agli odiosi Mi Piace dei gruppi Facebook. E la cosa più tragica è che a nessuno importerebbe più di tanto.

È questo che vogliono i collezionisti filiconici? Collezionare in solitudine e scambiare qualche timido e scontato commento sui gruppi Facebook? Credo di esprimere lo stesso sentimento degli altri blogger che come me pubblicano i loro scritti sul web, al solo scopo di condividere con gli altri la medesima passione.

Dal 1999 a oggi, sono trascorsi quindici anni, nel corso dei quali il collezionismo filiconico ha conosciuto un vero e proprio boom, anche a livello mediatico: pubblicazioni cartacee, cataloghi, mostre, interviste sulle tv nazionali e locali, fascicoli nelle edicole, album di figurine. Insomma, tutto quello che in tanti anni ha riguardato altri settori, come monete e francobolli, in questi 15 anni è successo anche con le immaginette. Con la differenza che filatelia e numismatica continuano a stare in primo piano da protagonisti, mentre la filiconia rischia di tornare nell’oblio.

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3 risposte

  1. Gianluca

    Nonostante i continui sforzi per far conoscere la filiconia, è e purtroppo ancora per un po sarà un collezionismo d’elite. Vuoi per i prezzi in continuo aumento, per la reperibilità del materiale o semplicemente per la non condivisione del materiale e delle informazioni. La colpa è anche la nostra quando teniamo chiusi e nascosti i nostri tesori e le nostre conoscenze.

  2. rotundo angela

    Le devo dare ragione, c’è stato il boom delle immaginette che si vendevano anche in edicola , ma poi piano piano sono scomparsi raccoglitori santini e tutto ciò che riguarda la filiconia. Qui a Catanzaro in tanti anni è stata fatta una sola mostra di santini un paio di anni fa, poi più niente, peccato. C’è tanta gente che ha bellissime collezioni ma ne sono gelosissimi e non li fanno neanche vedere.

  3. Federico

    Biagio, mi devo complimentare con te per questo bellissimo articolo che mette in risalto l importanza della filiconia, l arte di collezionare immaginette religiose d epoca! Noi collezionisti e cultori dobbiamo fare di tutto per far riemergere questo campo e far riscoprire la bellezza di queste “piccole” opere d’arte, condividendo materiale, studi, pareri, commenti, giudizi e molto altro ancora… un fortissimo abbraccio. Federico.

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