Le immaginette dipinte su foglia

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La tecnica di realizzare immaginette religiose su foglia non è nuova e chi ha una certa esperienza “filiconica” lo sa bene. A partire dalla seconda metà del XVIII secolo si diffusero in Europa alcuni semimanufatti che prevedevano l’applicazione di miniature manufatte o industriali su piccole foglie di quercia (ne ho parlato QUI).

La delicatezza del supporto rende questa tipologia molto rara: è molto difficile reperirle, soprattutto perfettamente integre. La quercia ha una forte valenza simbolica e per questo è citata diverse volte nella Bibbia, sia nell’Antico che nel Nuovo Testamento. Essa equivale alla forza, alla stabilità alla durata nel tempo, oltre che alla resistenza.

La tipologia non ebbe molta fortuna, per la ragione sopra menzionata e anche per la tecnica utilizzata, che rendeva il supporto ancora più delicato: dopo averla fatta essiccare, si applicava sopra una miniatura su carta.

Fino a qualche anno fa si potevano trovare, vendute dagli ambulanti indiani, immaginette dipinte a tempera sulle foglie di pipal. Il pipal è un albero originario dell’India, dov’è molto diffuso, le cui foglie essiccate da secoli vengono utilizzate per dipingere immagini religiose. Non è un caso se esso viene chiamato anche fico sacro, dal termine scientifico ficus religiosa.

La tecnica è la stessa impiegata con le foglie di quercia: dopo averle immerse nell’acqua per far sciogliere la clorofilla e poi essiccate al sole, le foglie di pipal diventano delle piccole tele sulle quali erano (sono?) dipinti – di solito a tempera – i soggetti preferiti, generalmente riferiti alla religione buddista.

Quelle che vedete qui riprodotte risalgono agli anni 90 e ritraggono il Sacro Volto di Gesù e il Cuore di Maria. Come si può notare le foglie sembrano “raschiate” e forse lo sono, nel senso che per dipingerle l’artista ha dovuto eliminare la parte “verde” e acquosa.

Si possono ancora trovare a prezzi abbordabili. Personalmente le considero piccole perle filiconiche, se riferite a un periodo di assoluta decadenza dell’immaginetta religiosa. Chi ne ha le conservi dunque, fra cento anni qualcuno scriverà, forse, che si tratta(va) di preziosi manufatti.

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  1. angela rotundo

    Io ne avevo qualcuna che avevo comprato appunto da un ambulante indiano nel 1974 pur avendo avuto la massima accortezza per conservarle mi si sono sbriciolate tutte da sole senza neanche toccarle peccato

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