Merlettate moderne? No grazie!

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un'immaginetta "merlettata" moderna prodotta da Fars
un’immaginetta “merlettata” moderna prodotta da Fars

Quelli che mi conoscono da un po’ di tempo sanno che, fra le mie preferenze in fatto di tipologie filiconiche, non ci sono i cosiddetti “merlettati”.

È una questione di gusti naturalmente, che però non mi impedisce di ammirare e apprezzare un particolare canivet meccanico della Maison Basset, di Dopter o del solito Bouasse Lebel.

Il successo di questa tipologia di immaginette fra i collezionisti l’ha, negli ultimi due decenni, resa popolare, per cui oggi non è difficile sentire chicchessia, soprattutto qualche venditore, dire una frase del tipo: “io avevo anche quelli merlettati, ma li ho venduti tutti”, quasi fosse un merito da pubblicizzare. Ovviamente, gli editori non si sono lasciati sfuggire l’occasione di proporre alla propria clientela immaginette “merlettate”.

E qui se ne vedono davvero delle belle (l’aggettivo è volutamente ironico). Mentre in alcuni casi ci si è limitati a riprodurre gli originali d’epoca, raggiungendo  anche discreti risultati, in altri la fantasia degli editori è andata oltre: vedere l’immagine di Padre Pio con una cornice di pizzo, chiaramente ripresa da una immaginetta francese di metà 800, al sottoscritto fa un certo effetto, non so a voi.

Intendiamoci, non vuole essere una critica a chi – in qualità di editore – fa semplicemente il suo mestiere di sempre, che è quello di produrre per vendere.

Da collezionista e cultore di immaginette religiose, che in oltre vent’anni ha avuto la fortuna di osservare e toccare tantissimi originali, stando attentissimo a trattarli con estrema delicatezza, con il terrore di spezzare la punta estrema di un angolo, di graffiare l’incisione o di far staccare un pezzettino di madreperla applicato sulla carta; ebbene, da filiconico appassionato non riesco ad accettare neppure l’idea che si possa operare un simile collage.

Avete mai provato a toccarle queste immaginette? Sembrano plastificate, pur essendo di carta, sono molto resistenti e si possono maneggiare senza patemi d’animo (miracoli del laser!).

Voglio però guardare anche il lato positivo. Credo che alla filiconia questa produzione moderna non può che fare bene. Chi osserva un’immaginetta di questo tipo può essere indotto a scoprire cosa l’ha ispirata. E la scoperta, il più delle volte, rivela dei veri tesori.

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4 risposte

  1. rotundo angela

    Sono d’accordo con lei, ma penso anche che in mezzo a tante immaginette antiche ci possa stare anche quella merlettata moderna però di ottima fattura come quelle dell’officina d’arte Torre di Torino o quelle della Barbieri editore di Manduria.

  2. Gianluca

    Capisco che non tutti hanno la possibilità di acquistare un merlettato antico ma è indubbio che se una di queste riproduzioni costa 4 o 5 euro, sul mercato trovi originali a poco più di questa cifra. Ed in ogni caso meglio un onestissimo e semplice Edgim che una pataccona del genere.

  3. demetrio guzzardi

    Io personalmente i santini “merlettati” li ho sempre considerati santini borghesi. Anche se bisogna capire da dove (e perché) nascono.
    Siamo in Francia nel XVIII-XIX secolo e l’illuminismo (quello che abbiamo studiato a scuola con la rivoluzione francese e la ghigliottina) mal considera e sopporta tutto quello che non sa di RELIGIONE LAICA… Ecco dunque che i cattolici francesi per una loro revanche si contrappongono a tutto quello che è “solo ragione”…, puntando sa parte loro “solo sul sentimento”… Da una parte chi adora il DIO ragione dall’altra il DIO PERSONA… Una risposta sono i santini meròlettati… che fanno “sussultare” il cuore. A me piacciono – ma questo è un altro discorso – i SANTINI che io chiamo “pregati”…, quelli che sono appartenuti a gente che ha utilizzato il santino per pregarci sopra… e chissà anche quante gocce di lacrime hanno assorbito…

  4. pasqualino

    si io lo avute di palstica non sono con merletto
    io creduto con merletto non ne vero son plastificate

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