Quanto tempo dedicate alla vostra passione?

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Santino della Serie Regolare edito da Nicolini. Immagine n. 341

Quando decisi di fondare il mio primo blog – era il 2008 e, come alcuni di voi ricorderanno, si chiamava “collezionare santini” – l’idea principale fu quella di creare uno spazio dedicato esclusivamente a questo ramo del collezionismo cartaceo, allora conosciuto come semplice “collezionismo dei santini” (il termine “filiconia” non era stato ancora coniato).

Lo scopo non era quello di fare una “vetrina” (lo dico nel senso più positivo) di pezzi da mostrare, ma di affrontare argomenti che riguardassero le immaginette religiose, esaminate secondo il mio punto di vista naturalmente, che è tuttora quello di un collezionista appassionato di quest’arte “minore”.

Ho sempre pensato che se si vuole apprezzare qualcosa (qualunque cosa) sia necessario prima conoscere, più o meno bene, di che cosa si tratta. In tanti anni, ne ho viste e sentite di tutti i colori. Ricordo, nei primi tempi, che ero quasi imbarazzato a dire che collezionavo santini, perché ogni volta che ne parlavo al mio interlocutore di turno, scattavano in automatico risatine, con annesse battutine ironiche. Così alle mostre: le poche persone che entravano a visitare i pezzi esposti, erano convinte di trovare praticamente gli stessi santini che avevano visto a casa di genitori e parenti vari. Ne uscivano stupite e l’esclamazione più comune (e allora anche scontata) era la seguente: “ma questi non sono santini!”. E lì mi toccava spiegare che i santini attuali sono “figli” di quelle immaginette che avevano visto esposte.

Di tempo ne è passato parecchio e i nostri santini, per fortuna, non sono più considerati alla stessa stregua di tappi di bottiglie e di sorpresine. O almeno ce lo auguriamo.

Certamente sono sempre di più coloro che non si limitano a raccogliere “figurine di santi”, come dimostrano le centinaia di visitatori individuali che ogni giorno entrano in questo sito. Molti di questi mi scrivono: sono collezionisti, ma anche studenti delle scuole superiori e universitari che sulle immaginette devozionali hanno deciso di scrivere la loro tesi. Ciò mi inorgoglisce ogni volta, perché significa non solo che il mondo accademico italiano si è finalmente accorto del “nostro mondo”, ma che cominciano a interessarsi della filiconia anche molti giovani.

Per non parlare dei vari convegni commerciali e culturali, dove non si parla e non si trovano soltanto monete e francobolli, maGM 72 - Giovanni Meschini anche immaginette. A questo proposito, sono sempre di più i “cugini” filatelici che si stanno appassionando alla filiconia. Sarebbe interessante chiedere loro che cosa trovano di diverso nelle immaginette che non riescano a soddisfare con la filatelia, fermo restando che si possono coltivare benissimo entrambe le passioni.

Molti filiconici considerano il collezionismo una conseguenza diretta del fatto di essere credenti. Non c’entra nulla. Si può collezionare santini senza credere. Ho conosciuto tanti collezionisti atei, altri appartenenti a confessioni religiose che rifiutano il culto delle immagini (culto alle immagini, peraltro non ammesso neppure per i cattolici).

Per restare nel nostro ambito: il santino è un pezzetto di carta, sul quale è raffigurata un’immagine attribuita a un santo. Altro è poi il significato che si può attribuire a questo pezzo di carta. Per il devoto, esso rappresenta l’immagine sacra del santo preferito; per il collezionista, il pezzo mancante della collezione; per il mafioso, uno strumento rituale (come abbiamo visto).

Sulle ragioni che spingano qualcuno a collezionare degli oggetti (non importa quali) si sono sprecati fiumi di inchiostro. Un dato però è certo: si colleziona per sé, per sentirsi meglio, per gratificarsi. Sotto questo aspetto, non ha importanza l’oggetto che collezioniamo (santini, monete, francobolli, etc.).

E per sentirci meglio, siamo disposti a dedicare parte del nostro tempo ai pezzi della nostra collezione: ne osserviamo le immagini, le cataloghiamo secondo la tematica o secondo il numero che portano stampato sopra. E quando troviamo il pezzo mancante, viviamo un nuovo, piccolo istante di felicità.

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2 risposte

  1. Agostino

    Grazie Biagio, per l’argomento. Faccio una considerazione sulla tua affermazione del
    culto alle immagini religiose di religione Cattolica che rifiutano il culto delle immagini
    religiose. E’ vero l’esatto contrario. La Madre Chiesa Cattolica Apostolica Romana,
    non rifiuta il Culto alle immagini religiose o Santini che dir si voglia, ma ne favorisce
    la devozione.
    Cordialità.

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