S. Antonio di Padova, detto il fuggitivo

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C’era una volta, una Cappella domestica di proprietà di una famiglia di Monopoli, dedicata a S. Antonio di Padova. Qui era stata collocata una statuetta del Santo, che vedete raffigurata nel santino qui riprodotto.

Accadde una sera che la proprietaria della cappella «mormorasse di altre persone». All’improvviso si sentì una voce che urlava e minacciava di andarsene. L’episodio si ripetè più volte, in pratica ogni volta che la signora si abbandonava a critiche gratuite verso altre persone; anzi, seccata, una sera ella rispose alla voce misteriosa che poteva andarsene tranquillamente. Il mattino dopo, la statuetta fu trovata innanzi alla porta della Chiesa dei Frati Minori.

La proprietaria andò a riprenderla e a riportarla nella cappella di famiglia, ma ogni volta la statuetta si “spostava” innanzi alla porta della Chiesa, nella quale ancora oggi si venera con il titolo di S. Antonio il Fuggitivo.

C’è un’altra curiosità che riguarda la statuetta. Tutte le volte che veniva esposta sull’altare maggiore della chiesa, d’improvviso la statuetta si trovava con le spalle rivolte verso i fedeli, i quali attribuivano tale “comportamento” al fatto che Dio condanna la “mormorazione”.

La storiella ovviamente serve unicamente a dare una spiegazione della nascita del culto verso una statuetta di S. Antonio di Padova da parte di una determinata comunità, nel caso specifico quella di Monopoli.

Curiose, interessanti, affascinanti, le storie che spiegano la nascita dei culti locali. Sarebbe interessante curare una raccolta delle più significative. Magari con l’aiuto degli amici lettori che potrebbero segnalare quelle tipiche dei loro luoghi.

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