Santi del popolo, ma non della Chiesa

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Un santino raffigurante la Difunta Correa
Un santino raffigurante la Difunta Correa

Anni fa, in Argentina, nei pressi del Santuario della Virgen de Lujàn, mi capitò di leggere un cartello, con il quale le autorità ecclesiastiche della Basilica avvertivano espressamente: Non si benedicono immaginette della Difunta Correa.

Incuriosito, cercai di informarmi su chi fosse questo personaggio e cercai anche qualche immaginetta che la raffigurava (una di queste potete osservarla nella foto). Appresi così che si tratta di una devozione di matrice esclusivamente popolare, una sorta di santa del popolo, nel senso che è considerata come tale da alcuni ambienti popolari.

La tradizione narra che nel 1840, mentre imperversava la guerra civile fra unitari e federali, tale Clemente Bustos, marito della Correa, fu costretto con la forza ad arruolarsi nell’esercito dei montoneras. La donna volle seguirlo, nel deserto, portandosi dietro anche il proprio bambino, nato da poco.

Senz’acqua e senza cibo, la donna inevitabilmente morì. Il bambino, però continuò a vivere, aggrappato al petto della madre, fino a quando non fu trovato da alcuni gauchos (secondo altre versioni della leggenda, sarebbe morto anch’egli). La storia fu raccontata e si diffuse velocemente, diventando molto popolare, a tal punto che qualcuno cominciò a parlare anche di miracoli.

La Difunta Correa è oggi una figura molto venerata nei paesi del Latino-America, in particolar modo in Argentina, Cile e Uruguay. Il suo “santuario”, che si trova nella località di Vallecito, nella provincia argentina di San Juan, è ogni anno meta di centinaia di migliaia di credenti, che vi si recano in pellegrinaggio.

Come ho accennato sopra, il problema è che la devozione per Deolinda Correa, o Dalinda Antonia Correa, non ha nulla a che vedere con la religione cattolica ufficiale, né il suo culto è mai stato riconosciuto dalla Chiesa. Anzi, le Autorità Ecclesiastiche locali sono costrette a ricordare ai fedeli che tale culto non ha l’approvazione della Chiesa di Roma.

Eppure i “suoi” fedeli sono tantissimi. Chi dovesse per caso trovarsi a passare per il suo “santuario” oppure innanzi ad una delle tante cappelle erette dai devoti, noterebbe la presenza di tante bottiglie poste di fronte. Sono piene d’acqua, ricordano che la “santa” morì di sete.

Difunta Correa Altarino
la foto è tratta dal web

Il culto, che, si ribadisce, non è mai stato approvato dalla Chiesa, si esprime attraverso pratiche di matrice religiosa, comuni alla venerazione dei santi “ufficialmente riconosciuti”. E si esprime – il che non può sorprendere – anche attraverso santini che la raffigurano, con tanto di attributi: di solito, la donna è adagiata nel deserto, all’ombra di un algarrobo, tipica pianta tropicale del deserto sudamericano.

A molti tale culto potrà apparire assurdo, ridicolo o “illegittimo”.

Illegittimo – nel senso che non è stato riconosciuto ufficialmente dalla Chiesa di Roma – lo è sicuramente. Meno assurdo o ridicolo. La religiosità popolare si alimenta anche di tante pratiche “ufficiose”, mai riconosciute dalla Chiesa. Pensiamo ai tanti personaggi, sparsi in Italia e nel resto del mondo, che sostengono che le ferite o altri segni che hanno sul proprio corpo sono manifestazioni divine, provocate per esempio da Gesù o dalla Madonna. Per non parlare di quadri e statuine che – periodicamente – piangono lacrime di sangue. Tutti questi fenomeni, inducono tanta gente – credenti o curiosi che siano – a recarsi in pellegrinaggio in quei luoghi.

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3 risposte

  1. angela rotundo

    L’articolo è molto bello, non mi piace invece vedere tutte quelle bottiglie buttate a terra

  2. Mariolina USA

    Nella cultura dell’America latina e del Messico simili fenomeni di religiosita’ popolare sono molto diffusi. La Madonna di Guadalupe appare nei posti piu’ impensati: tappi di bottiglie di birra trasformati in magneti per frigoriferi; vagoni di treni merci; sombreros; parti del corpo, visibili o meno, di marinai, soldati, giovani ragazzi o ragazze . . . ma l’apparizione piu’ sconcertante e’ il tatuaggio che, quasi mantello di protezione, copre la schiena di gangsters e gangmen, cioe’ di individui che hanno scelto hanno acconsentito o sono stati irretiti in una vita di crimine.

  3. Drago Verde

    beh, nel sud Italia fra in tutti gli anni 60 fino al 72 si diffuse molto la devozione per “Alberto miracoloso” (Gonnella) da Serradarce, sicuramente ti saranno capitati dei santini. Culto apocrifo, opportunista e osteggiato dalla diocesi di vallo della Lucania, ma che raccolse migliaia di adepti.

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