Che devoti questi briganti!

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Sulla religiosità dei briganti ho già detto in un altro post, che vi invito a leggere se non l’avete già fatto. Chi ha voluto vedervi dei feroci senza dio, ha dovuto forse ricredersi, soprattutto alla luce del recente revisionismo storico operato da alcuni sulla vera natura del brigantaggio (in particolare mi riferisco al fenomeno che si sviluppò nel XIX secolo).

Che dunque molti briganti fossero delle normalissime persone, che lottavano contro l’occupazione militare di chi voleva l’Italia unita, almeno quelli del nostro Meridione, e che non fossero dei semplici feroci assassini, ma alcuni di loro possedevano un sentimento religioso molto forte, credo non vi siano molti dubbi. Sia chiaro, il fatto di essere religiosi non esclude di per sé alcuna ferocia, ovviamente, ma che fossero soltanto delle bande di criminali, come li ha liquidati qualcuno, non sono d’accordo.

Un’incisione su acciaio realizzata da Emile Rouargue, pubblicata dall’editore Louis Eustache Audit di Parigi e inserita all’interno del libro L’Italia descritta e dipinta (Editore Giuseppe Pomba & C. di Torino, 1837) mostra due briganti, operanti nel territorio intorno a Roma, mentre pregano innanzi all’immagine della Madonna, collocata in una edicola lungo una strada.

Il brigante, davanti all’immagine della Vergine Maria depone le armi, come specifica anche la didascalia (Brigante deponendo le sue arme) e sta per inginocchiarsi per recitare l’Ave Maria, come gli suggerisce la scritta posta sotto l’edicola (DITE AVE MARIA).

L’immagine è importante anche perché ci fa vedere, come in una fotografia, l’abbigliamento e le armi usati dai briganti “romani” dell’epoca.

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  1. Pietro Paglia

    Come afferma un noto detto, la Storia la scrivono i vincitori e i briganti uscirono sconfitti nella impari lotta contro le forze occupatrici. Quindi, perché meravigliarsi della cattiva fama loro attribuita? E’ nell’ordine, o meglio, nel disordine delle cose.

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