L’odio di Spamer per i merlettati

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Adolf Spamer (Magonza, 10 aprile 1883 – Dresda, 20 giugno 1953) fu un grandissimo studioso tedesco di germanistica e cultura popolare, ma per quanti, come il sottoscritto, amano l’iconografia devozionale può essere considerato il primo vero cultore della materia che tanto ci appassiona. La sua monumentale Das Kleine Andachtsbild vom XIV. bis zum XX. Jahrhundert – titolo che possiamo tradurre in italiano con “L’immaginetta devozionale dal XIV al XX secolo” – può essere considerata come la bibbia di riferimento per ogni collezionista.

Non so quanti abbiano nella loro libreria privata il volume: ricordo che la prima edizione è del 1930, ma nel 1980 fu pubblicata un’edizione anastatica. Chi ha avuto modo di sfogliare il grosso e pesante libro, scritto in tedesco e corredato da molte immagini, avrà sicuramente notato un fatto piuttosto curioso: Spamer non tratta, e dunque non inserisce illustrazioni di immaginette traforate a punzone, volgarmente chiamate “merlettate”.

Ovviamente non è un caso, né una banale dimenticanza. Spamer conosceva perfettamente questa tipologia che vide fra i maggiori produttori gli editori francesi di Saint-Sulpice, ma anche tedeschi, praghesi e, in minima parte, italiani. E infatti cita i più importanti come Turgis, Letaille, Dopter e Bouasse Lebel, sottolineando come i loro prodotti fossero stati aspramente criticati dai contemporanei, anche in ambienti ecclesiastici.

Il motivo per cui Spamer tralascia i santini traforati a punzone, e quelli fustellati, non ha nulla a che vedere con le polemiche di natura estetica e spirituale. Semplicemente, per lo studioso tedesco non sono rappresentativi dell’iconografia devozionale, in quanto prodotti industriali, e pertanto non possono essere considerati creazioni artistiche. La tecnologia industriale, a differenza della creazione artistica, esprime solo prodotti di massa e, dunque, di infima qualità.

Personalmente, nonostante non ami particolarmente questa tipologia, non sono d’accordo con Spamer. Al di là dei gusti e delle preferenze personali, nell’ambito della storia dell’immaginetta devozionale, non si può tralasciare i pizzi di Saint-Sulpice, che occupano un posto fondamentale nell’intera produzione iconografica. Le immaginette traforate a punzone rappresentarono una evoluzione nell’ambito della produzione generale, che sostituì quella incisoria, calcografica e non, e manufatturiera dei secoli precedenti.

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