Qualche chiarimento sulla filiconia

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Immaginetta realizzata a collage su mezzopunto e stoffa. Fine XIX sec. circa. Coll. priv. D. Vella
Immaginetta realizzata a collage su mezzopunto e stoffa. Fine XIX sec. circa. Coll. priv. D. Vella

Non tutti gli appasionati di santini e immaginette devozionali conoscono il termine filiconia. Altri lo conoscono, ma non lo usano appropriatamente, mentre alcuni lo rifiutano del tutto, preferendogli altro, come iconofilia.

Forse alcuni lettori di questo sito non saranno molto interessati all’argomento. In fondo, che importanza ha se dico collezionismo di santini, filiconia o iconofilia? Ha l’importanza di creare una specifica identità a un settore del collezionismo che per molto tempo è rimasto sepolto nell’anonimato.

Ma che cos’è realmente la filiconia (l’iconofilia o quello che volete voi)?

Il termine è un neologismo coniato da Attilio Gardini, un collezionista e cultore di immaginette religiose, nel 2006. Esso sta a indicare – si badi bene – semplicemente il collezionismo di immaginette religiose.

Ci si potrebbe chiedere perché coniare un termine per indicare qualcosa che in fondo già esiste: le stampe popolari.

Intanto perché il filiconico (io preferisco usare questo termine) non colleziona soltanto immaginette stampate, e com’è noto il settore comprende anche altre tipologie, come manufatti, collages e semimanufatti (vedi immagine sopra).

Inoltre, il collezionismo delle stampe si riferisce a tutte le tipologie, di carattere popolare e non, e soprattutto non esclusivamente a quelle di carattere religioso, e aggiungerei di matrice cristiano-cattolica. Se poi sia meglio usare filìa come  prefisso (fili-conia) o come suffisso (icono-filia) credo che sia molto relativo e la questione  irrilevante, considerato che il significato non cambia.

Chiarito ciò, è importante sottolineare che la filiconia, non come termine ma come settore specifico del collezionismo cartaceo, comincia a svilupparsi in maniera determinante intorno agli anni 80 del secolo scorso. Attenzione dunque a non confondere la filiconia in senso stretto con la storia dell’iconografia religiosa di piccolo formato, la cui produzione – in maniera rilevante – inizia nel XVI secolo con gli incisori/editori di Anversa (qualcuno ritiene invece debba essere retrodatata al XV).

Se il collezionismo filiconico come fenomeno è esploso, come accennato, negli anni 80 del Novecento, i collezionisti esistevano molto tempo prima. Non a caso i soliti francesi di Saint-Sulpice misero sul mercato degli splendidi album di Images religieuses.

Chi volesse approfondire, può anche leggere un post che ho pubblicato qualche tempo addietro (Breve storia dei collezionisti di immaginette)

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  1. angela rotundo

    Io ho conosciuto il termine filiconia grazie a voi leggendo da tempo i vostri bellissimi articoli, altrimenti avrei continuato a chiamarmi collezionista e non filiconico, grazie come sempre

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