Collezionare ai tempi del coronavirus

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Visto che ormai ne parlano tutti, e ahimè molti a sproposito, mi aggiungo anch’io al mucchio, con alcune considerazioni semiserie: quelle serie in assoluto le hanno espresse le autorità sanitarie.

Non sono un virologo, ma avendo seguito attentamente le raccomandazioni, credo che noi collezionisti non siamo costretti a mettere in quarantena la nostra passione, ma possiamo dedicarci a essa tranquillamente. Anzi, soprattutto gli amici che in questo periodo si trovano nelle zone rosse del Paese, possono approfittare di questo momento particolare, per trascorrere più tempo allo studio e alla classificazione.

In proposito, ho voluto indicare una serie di considerazioni che si adattano a noi collezionisti.

Premesso che – in generale – TUTTI DOBBIAMO SEGUIRE LE RACCOMANDAZIONI (vedi immagine sopra) trasmesse dalle autorità sanitarie, che potete leggere nel sito ufficiale del Ministero della Salute, sulla base delle stesse, possiamo dire quanto segue

1) I pezzi, già presenti da tempo nella propria collezione, si possono toccare tranquillamente, come si è sempre fatto;

2) I pezzi nuovi, pervenuti da acquisti o scambi recenti, si possono toccare e sistemare senza problemi, magari evitando, nel mentre, di toccarsi bocca, naso e occhi, e ricordando di lavarsi accuratamente le mani dopo aver finito;

3) È possibile recarsi nei mercatini, tenendo presenti le indicazioni fornite sulla distanza da tenere con le altre persone (almeno un metro). Una volta rientrati a casa, è meglio riporre i pezzi acquistati in un luogo sicuro e lavarsi accuratamente le mani;

4) Gli incontri fra collezionisti sono sicuri, sempre tenendo presente le misure di igiene prescritte, in particolare evitando strette di mano e abbracci e stando a distanza di sicurezza;

5) Nelle zone in cui sono ancora consentiti i convegni, è opportuno evitare di parteciparvi in momenti di affollamento;

6) Stesso discorso per le mostre. Nelle zone in cui sono consentite, si può partecipare rispettando le regole generali già menzionate e quelle particolari previste dagli organizzatori;

7) Come indicato ai punti 1 e 2 i pezzi della propria collezione si possono osservare e studiare senza problemi. Per la “salute” di essi però, è opportuno non trattarli con disinfettanti (alcool etilico o candeggina). Sarebbe eccessivo e deleterio. Se proprio si ha il dubbio, si possono osservare anche senza estrarli dalle tasche.

8) Non si sa quanto tempo il virus riesce a vivere sulla carta, né tantomeno sul “nostro” tipo di carta. Non credo che i virologi faranno mai dei test su qualche incisione o santino. Dall’osservazione effettuata su altri virus, è stato scoperto che per replicare essi hanno bisogno di cellule vive, come quelle umane appunto. La loro resistenza sulle superfici come la carta dovrebbe essere breve, di qualche ora insomma. Tuttavia, nel dubbio, è sempre buona norma lavarsi le mani per bene e di non metterle in bocca o nel naso.

9) Ad ogni modo, il contagio si verifica per contatto. Ciò vuol dire che solo osservando dei pezzi infetti, non dovrebbe accadere nulla, a meno che – repetita iuvant – non si mettano le mani in bocca, nel naso o negli occhi un attimo dopo.

10) Per quelli che, in questi giorni, hanno tempo a disposizione e vogliono occuparsi della propria collezione in maniera alternativa, il consiglio è quello di leggere un buon libro sulla materia, magari il mio appena pubblicato.

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