Il fascismo e l’ora di religione

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Anno 1937. Un giorno di scuola come tanti. Il primo squillo della campanella avverte gli scolari che stanno per iniziare le lezioni. Tutti in classe, seduti ai banchi. Entra il Maestro (la maiuscola non è casuale) che viene salutato dagli alunni,  tutti in piedi. Prima dell’appello, c’è una cosa importante da fare: segno della Croce e  preghiera

Grande Iddio, al cui cospetto si piega ogni umana potestà,
concedi al servo Tuo e Re nostro Vittorio Emanuele,
di esercitare la Sua Autorità Sovrana, così saggiamente
che essa rispecchi la Tua giustizia e bontà:
fa che insieme col popolo a lui affidato,
esulti nel servire e piacere a Te.
Proteggi il Duce nostro.
Così sia.

L’educazione scolastica fascista fu introdotta con la “riforma Gentile” nel 1923. L’insegnamento della “religione”, fino ad allora facoltativo, viene reso da Mussolini obbligatorio per le scuole materne ed elementari. Bisognerà attendere il Concordato del 1929 perché l’obbligo dell’ora di religione fosse esteso anche alle scuole medie inferiori e superiori. La religione cattolica è la sola religione dello Stato.

L’anno scolastico iniziava a settembre, ma tutti dovevano sapere che – accanto all’anno solare (dal 1 gennaio al 31 dicembre) – a partire dal 28 ottobre 1922 (Anno I) gli italiani osservavano un nuovo calendario, basato appunto sull’Era Fascista.

Dagli otto ai quattordici anni i ragazzi diventavano “balilla” e le ragazze “piccole italiane”.

Gli insegnanti avevano il compito (l’obbligo) di forgiare le menti degli alunni secondo i metodi educativi di matrice fascista. E naturalmente la religione contribuiva a tale scopo.

Nei libri – qualcuno ricorderà ancora il “sussidiario” – e nei quaderni, erano indicate le festività, sia quelle “civili” che quelle “religiose”. In alcuni casi, potevano anche coincidere, come per esempio il 6 gennaio, festa dell’Epifania (per la Chiesa) e festa della Befana Fascista

A Natale si festeggiava la nascita di Gesù, ma i fascisti ricordavano anche il “Natale di Roma“, ovvero la fondazione della capitale dell’Impero, che cadeva il 21 aprile.

Il 17 gennaio, giorno in cui la Chiesa ricorda Sant’Antonio Abate, in molti paesi si teneva “la sagra degli animali“. Stiamo parlando di un periodo in cui gli animali rappresentavano uno dei principali sostentamenti delle famiglie. Le bestie venivano portate dinanzi al sagrato per la benedizione

Per gli agnelli era prevista una benedizione particolare che si svolgeva il 21 successivo, giorno di Santa Agnese

Le immagini che state osservando sono tratte da un volume, che raccoglie dei fascicoli settimanali – il titolo è “L’Albo della Scuola” – che negli anni Trenta venivano spediti in abbonamento ai maestri delle Scuole Elementari del Regime. Non ci sono testi scritti, ma solo disegni, realizzati dal pittore e xilografo, Raffaele Boschini (1893-1960) per la casa editrice S. A. Parini, Vanoni & C. di Milano, che gli amici filiconici conoscono molto bene, per la pubblicazione di alcuni santini militari.

I fascicoli sono dunque ricchi di immagini “educative”, in cui abbondano soggetti tipici del regime fascista, anche per quanto riguarda quelli religiosi. Per esempio, l’immagine di San Martino – la storia del Santo che dona il suo mantello a un povero, era riportata in tutti i sussidiari – festeggiato, com’è noto, l’11 novembre.

La data era molto significativa, non solo perché ricordava il Santo, ma anche perché era un periodo importante per gli agricoltori – ricordate il proverbio? “A San Martino ogni mosto diventa vino!” – e per il regime, che quel dì festeggiava, con un giorno di vacanza per le scuole, il compleanno di Sua Maestà Vittorio Emanuele III.

I fascicoli, come già detto, erano settimanali, e le illustrazioni sottolineavano i momenti della vita quotidiana, che i maestri dovevano trasmettere alle menti degli alunni come importanti da ricordare: si va dalle stagioni all’agricoltura, dalle celebrazioni del fascismo alla storia d’Italia. Per quanto riguarda l’aspetto religioso, per ogni mese sono proposti i santi più importanti (per il regime).

Nel 1946, a regime finito, i nostri Padri Costituenti inserirono il richiamo ai Patti Lateranensi anche nella Carta Fondamentale. Così l’articolo 7: «Lo Stato e la Chiesa cattolica sono, ciascuno nel proprio ordine, indipendenti e sovrani. I loro rapporti sono regolati dai Patti Lateranensi».

Nel 1984, per volere dell’allora governo Craxi, fu apportata una modifica ai Patti: la religione cattolica cessa di essere la “sola religione dello Stato”.

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