Filiconia: cosa collezionare e perché

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L’immagine n. 70 della serie Z edita da Ar, anni 50,  è considerato molto raro e può superare anche i 30 euro

Qualche tempo fa, un neofita della filiconia mi chiese quali tipologie fosse meglio collezionare, sottolineandomi che le sue povere finanze personali non gli consentivano di affrontare spese importanti. Per questo motivo, aveva iniziato a collezionare seriali moderni, perché si potevano trovare a pochi euro, se non addirittura a pochi centesimi.

Gli risposi che non c’è una regola specifica, che la scelta dipende esclusivamente dai gusti personali e che, anzi, sarebbe assolutamente sbagliato decidere di collezionare una tipologia sulla semplice considerazione che non si debba spendere molto. E ciò per una serie di motivi che voglio condividere con gli altri amici che seguono questo sito.

*  Le immaginette d’epoca costano molto di più dei santini moderni.

Non è amssolutamente vero che collezionare santini seriali del Novecento sia più “conveniente” . Come ben sanno alcuni collezionisti per alcuni santini, cosiddetti rari, si può arrivare a spendere cifre davvero significative, che possono cioè superare anche le 50 euro. In pratica, per un santino in offset degli anni 50-70 oggi si spende, mediamente, da un minimo di 50 centesimi a un massimo di 50 euro. Che è esattamente la cifra che si spende per una cromolitografia di fine 800 – inizi 900

*  I santini seriali moderni sono più facili da reperire.

Questa affermazione è soltanto in parte vera. Alcune cromolitografie oppure alcune siderografie di fine 800 sono molto comuni. In realtà, anche per i santini più recenti, dopo aver fatto il carico dei “soliti noti”, ci si trova dinanzi al problema di reperire quelli più rari. Ne sanno qualcosa coloro che collezionano Isonzo e Ar Z.

*  I santini antichi si trovano soltanto nei mercati, soprattutto sul web.

Falso. Si possono scambiare santini antichi allo stesso identico modo con cui si scambiano i moderni (per moderni intendo quelli del 900 ovviamente). Antico non coincide necessariamente con raro.

* I santini moderni si conservano più facilmente.

Anche questo è assolutamente falso. Le immaginette antiche, in particolare quelle stampate fino alla metà dell’800 sono più resistenti e hanno vita più lunga, com’è dimostrato dal fatto che ancora si trovano e vengono per questo collezionate. Ciò dipende dal fatto che quelle più antiche erano realizzate su carta vergellata (la cosiddetta carta di stracci), mentre i santini moderni sono realizzati su carta di cellulosa, la cui speranza di vita, se custoditi con cura, non supera i 100 anni.

Una cromolitografia di fine 800 edita da Cav. A. Marini. Il suo valore di mercato è intorno ai 4 euro

*  Sui santini antichi non ci sono cataloghi e non si conoscono tutti i pezzi delle serie.

Falso anche questo. In alcuni casi, conosciamo molte più informazioni sulle case editrici e sulle immaginette antiche rispetto a tante del Novecento.

Un’incisione siderografica firmata Salvardi, prosotta intorno agli anni 60 dell’800. Si può comprare anche a 5-6 euro

Detto questo, non voglio convincere nessuno a collezionare immaginette d’epoca piuttosto che santini moderni. Semplicemente vorrei scardinare quel pregiudizio comune a chi, con riferimento alle tipologie più antiche, è solito affermare “non fanno per le mie tasche” e si ritrova ugualmente alla fine a spendere un patrimonio, acquistando santini moderni.

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