Qualche lettore, con una smorfia, dirà che il sottoscritto deve avere il gusto del macabro per collezionare i memento mori. Può darsi che abbia ragione. Tuttavia, voglio precisare che collezionare significa anche studiare gli oggetti che si raccolgono, per comprenderne a fondo la provenienza e il significato, oltre all’estetica. Peraltro, se è anche vero che la morte raffigurata nelle immaginette religiose corrisponde al “macabro”, è altrettanto vero che di questo “macabro” son piene le Sacre Scritture, tra Vecchio e Nuovo Testamento. Le immaginette memento mori, non sono altro che la rappresentazione di ciò che la Bibbia dei cristiani dice a proposito della morte.
Vorrei ora sottoporre alla vostra attenzione la produzione di immaginette memento mori di Joseph Lutzenberger (1823-1870). Realizzate con la tecnica della litografia, intorno alla metà del XIX secolo, queste immaginette sono molto interessanti, sia dal punto di vista estetico, che sotto l’aspetto testuale.
Per chi non avesse idea di cosa sto trattando, dirò brevemente che i memento mori sono delle immaginette monito, indirizzate al cristiano, perché ricordi sempre che la vita terrena è un breve passaggio verso la Vita Eterna. Per questo motivo, deve tener sempre presente che le cose materiali, che fanno parte di questa vita sono vanità, che non solo dovremo lasciare al momento del trapasso, ma potranno influenzare negativamente il Giudizio di Gesù Cristo, quando peserà la nostra anima.
Ma torniamo a parlare della produzione di Lutzenberger. L’allegra immaginetta che vedete in alto a sinistra costituisce una tipica rappresentazione del concetto di morte per i cristiani, espressa attraverso la simbologia classica dei memento mori. Al centro vediamo una lapide, con il teschio sopra, la clessidra e la scritta memento mori, ovvero “ricordati che devi morire”. I due personaggi stanno a rappresentare entrambi la Morte: due scheletri, uno con la vanga per scavare la fossa, l’altro con la falce livellatrice. Gli abiti sontuosi, di cui sono vestiti, stanno a simboleggiare il peccato. Dice la donna: “gli abiti sono soltanto i vestiti dei peccati”. Nella parte inferiore, il corpo di un uomo soggetto, con la decomposizione, a diventare polvere. Il testo invita il cristiano a guardare quel corpo: uomo, guarda ciò che veramente sei. Nulla. I vermi ti distruggeranno, facendoti diventare polvere. Pertanto, segui gli insegnamenti cristiani, per imparare a vivere su questa terra ed essere salvato nella vita eterna. Guardami mortale! Tu sei ciò che io fui. Io sono ciò che sarai.
L’immaginetta che vedete sopra è completamente dispiegata, aperta. La parte precedente è costituita da questa immagine
I personaggi sono entrambi completamente vestiti. Ma l’immaginetta si può chiudere ulteriormente, mostrando un’altra immagine, con altro testo sul quale il cristiano deve meditare.
L’immagine ( a sinistra) raffigura Gesù Cristo, morto in croce, mentre alla base di essa è rappresentata la famosa scena di Adamo
ed Eva mentre commettono il peccato originale, tentati dal demonio. È un simbolo che risale all’Alto Medioevo. Cristo fu crocifisso esattamente sul punto dove la tradizione vuole sia stato seppellito Adamo. Morendo sulla Croce, Cristo libera gli uomini dal peccato originale. Nel testo, leggiamo le parole di Gesù Cristo: “O ingrati, cosa avete fatto? Il vostro peccato mi condannato alla morte sulla croce. Per salvarvi ho deciso di morire sulla croce”. Il concetto è fin troppo noto e non necessita di essere ulteriormente spiegato.
Piegando ancora l’immaginetta, appare un’altra raffigurazione (a destra). L’uomo, Adamo, si trova felice, con gli altri animali, nel Paradiso Terrestre. Adamo volle disobbedire all’ordine datogli da Dio di non mangiare dell’albero della Conoscenza, perciò Dio lo ha condannato a vivere sulla terra e, soprattutto, a morire.
Girando l’immaginetta, si scopre che in realtà si tratta di una busta, contenente una lettera, inviata al cristiano. Sulla busta c’è scritto, infatti: Ein Brief (una lettera). Il testo che segue spiega che il prezzo dell’affrancatura è molto basso e che la lettera contenuta è rivolta a tutti gli uomini. Chiarisce anche che il contenuto spaventerà coloro che la leggeranno, ma purtroppo molti torneranno a peccare.
Sono sicuro che, dopo aver letto questo post, sarete molto più allegri del solito. Battute a parte, personalmente considero i memento mori la tipologia di immaginette religiose più interessante dell’intera produzione. Ovviamente, la mia è una personalissima opinione appunto. Al di là dei gusti personali, tuttavia, vorrei ribadire che le immaginette religiose furono un eccellente veicolo di propagazione degli insegnamenti evangelici e della Bibbia. E i memento mori sono una miniera di concetti cristiani. Insomma si può – come per ogni altra categoria – amarli o detestarli, resta il fatto che anch’essi fanno parte della cultura cristiana.
Per chi poi avesse voglia di approfondire la tematica, consiglio di leggere il mio libro Memento Mori – La concezione della morte nell’iconografia di piccolo formato, Editoriale Progetto 2000, Cosenza, 2013.
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Agostino de Santi Abati
Tra i vari culti a crocifissi madonne e santi il culto della morte “del Memento Mori” è forse quello in cui più di ogni altro è molto forte la componente pagana. In molti luoghi del meridione ad esempio durante un funerale vengono ingaggiate donne (le Prefiche) che durante la processione del morto piangono e urlano La prefica (dal latino praefica), nel mondo antico, era una donna pagata per piangere ai funerali. Sono documentate fin dall’Antico Egitto. Nell’antica Roma e in molti altri popoli . Per cui il sincretismo attuato dalla Chiesa cattolica fu molto forte ecco che il contenuto delle immaginette come quello dei sermoni fatti in chiesa era molto forte macabro con riferimenti all’inferno dove chi non seguiva i dettami della CHiesa veniva tormentato per l’eternità
Paola Galanzi
Ciao Biagio,
il Santino-Monito che tu presenti in questo tuo interessante articolo è raro e molto eloquente: gli abiti sontuosi, tipici del secolo XIX, epoca in cui visse appunto Lutzenberg, l’Autore, indossati dalla donna e dall’uomo in esso raffigurati, rappresentano e sottolineano l’EFFIMERO, il transeunte, la VANITAS.
Memento homo, quia pulvis es et in pulverem reverteris : dovremmo sicuramente tenerlo tutti bene a mente per vivere la nostra Vita con maggiore umiltà….
Dov’è reperibile il tuo Libro sul tema ?
Cari saluti,
Paola