L’arte straordinaria del plagio

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Si parla di plagio quando un’opera d’arte viene riprodotta identica o quasi, attribuendosi non solo la paternità – sostenendo cioè che quell’opera è uscita dal proprio ingegno – ma anche lo sfruttamento dei diritti economici della medesima.

Oggi il diritto di autore è tutelato da diverse leggi in quasi tutto il mondo, con conseguenze più o meno gravi per chi pone la propria firma su un’opera altrui. Ma non era così in passato.

La storia dell’iconografia devozionale è anche storia di plagio. Chi non si limita a raccogliere pezzi infilandoli senza osservarli nell’album, sa benissimo che buona parte dei soggetti rappresentati sui santini e sulle immaginette sono delle riproduzioni più o meno identiche a un originale già pubblicato in passato.

Potrei fare mille esempi, ne citerò soltanto uno, forse il più importante: le incisioni del martirologio realizzato agli inizi del Seicento da Jacques Callot.

Per il confronto, prenderò in considerazione un’altra opera piuttosto nota – almeno credo – fra i collezionisti: “Vite de’ santi per ogni giorno dell’anno – con ritratti in rame e meditazioni sul Vangelo corrente“, pubblicato dal Bardi di Firenze a partire dal 1797.

L’opera del Callot fu pubblicata postuma nel 1636 dal suo editore Henriette Israel, dunque circa due secoli prima dell’opera del Baldi. Ma osserviamo qualche immagine. Il frontespizio, per esempio.

A sinistra il frontespizio dell’opera di Callot. A destra il frontespizio dell’opera di Bardi.

Come potete osservare le immagini sono perfettamente identiche, se si escludono alcuni dettagli, come il cartiglio ad esempio, che non servono a rendere la seconda immagine originale rispetto alla prima.

Ma l’incisore della seconda opera si è ispirato abbondantemente al Callot anche per illustrare le immagini dei santi. Ne riporto una soltanto come esempio.

A sinistra Santa Genoveffa celebrata dalla Chiesa il 3 gennaio, nell’incisione realizzata da Callot. A destra nella versione del Bardi.

L’occhio dell’osservatore potrebbe essere ingannato dalla specularità delle due raffigurazioni. e dal solito cartiglio contenente la didascalia. Ma l’immagine è la medesima.

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  1. Pietro Paglia

    Una semplce considerazione: dopo la paventata chiusura del post contenuta nell’ultimo post, posso dire solo “BEN TORNATO”. Pietro Paglia

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