Puget de la Serre, maestro di marketing

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Jean Puget de la Serre (1594-1665) fu un prolifico scrittore francese, attivo nella prima metà del Seicento. Considerato dai critici contemporanei autore mediocre, è noto soprattutto per il disprezzo con il quale il Boileau Despréau ne deride la figura in alcuni suoi versi.

Eppure questo signore ebbe la capacità non solo di pubblicare oltre 100 volumi, ma di diventare consigliere di Stato e storiografo di Francia.

Come ci riusci? Sempre i maligni dell’epoca riferiscono che il Nostro fosse un grande paraculo (scusate il termine, ma è quello che meglio rende l’idea del soggetto), che scriveva opere dozzinali e di scarsa qualità che, però, usava dedicare a questo o a quel personaggio importante, per accattivarsi la loro benevolenza personale e, soprattutto, economica.

Ora vi starete chiedendo cosa c’entra de la Serre con l’iconografia religiosa popolare.

Ebbene, fra le sue numerose pubblicazioni ce n’è una in particolare che ci interessa. Il titolo completo è LE BREVIER DES COURTISANS – Enrichy d’un grand nombre de Figures. Sul frontespizio è poi specificato “par le S. de la Serre – Historiographe de France. Ovvero: Il Breviario dei cortigiani, arricchito di un gran numero di immagini, dal Signor de la Serre, Storiografo di Francia.

La prima edizione fu pubblicata a Parigi nel 1630 ed ebbe un discreto successo a giudicare dalle successive edizioni per almeno due decenni. Quella che vi propongo reca la data del 1642.

Che de la Serre fosse un tipo particolarmente scaltro – per non ripetere il termine più appropriato – lo si nota già nell’immagine dell’antiporta che ci presenta un bellissimo San Girolamo nella grotta con i suoi attributi più noti: il leone, gli strumenti di autoflagellazione, il Crocifisso e il Libro.

Immagine classica, simile a tante altre che raffigurano il Santo noto peraltro per aver tradotto in latino parte dell’Antico Testamento (ciò spiega il libro come attributo). Ma proprio qui c’è una stranezza.

Se osservate attentamente il libro, noterete che sulla pagina di sinistra è raffigurata l’immagine di Cristo, incoronato di spine, e in quella di destra, a sorpresa, il titolo del libro di de la Serre.

Insomma, San Girolamo – vissuto nel IV-V secolo – che pubblicizza un libro dato alle stampe nel XVII secolo: profetico!

E il sistema deve aver funzionato molto se, qualche anno più tardi, de la Serre pubblica in un solo volume Le brevier des Courtisans e le reveille matin des dames, affidando a Pieter de Jode il Giovane, già incisore delle immagini precedenti, anche la realizzazione di queste.

Non solo. L’immagine dell’antiporta viene incisa su pergamena per essere venduta come una delle immaginette devozionali allora molto diffuse nei mercati fiamminghi. Per la serie: se il libro lo legge anche San Girolamo vuol dire che fa acquistato.

Naturalmente le curiosità non finiscono qua: l’intero libro contiene raffigurazioni che mostrano scene sacre “contaminate” da figure profane, l’ultima delle quali mostra un parallelo fra la figura di Gesù morto, vegliato dall’Addolorata, e la figura del nobile Signore.

A tal proposito un’ultima considerazione va fatta: il testo in questione – nonostante il titolo di “breviario” faccia intendere che si tratti di un libro religioso – in realtà non appartiene al genere religioso in senso stretto. Anche questa può essere considerata una furbata dell’autore. Diciamo che si tratta di un libro sulla discussa moralità dei costumi dei cortigiani della Parigi del XVII secolo.

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