Serie Isonzo: cronaca di un convegno cartaceo.

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Egim Isonzo, edizione fustellata, n. 4

Alla fine, com’era prevedibile, doveva succedere. I santini della Serie Isonzo, edita dalla Egim di Milano, hanno conquistato la scena, diventando la tipologia più conosciuta, oltreché quella più collezionata e dunque più venduta sui mercati.

Ne sono prova i venditori dei mercatini che propongono sui loro banchi scatole o album pieni dei santini con il logo della casa editrice milanese, oltre ai venditori sulle aste on line, fra i quali anche coloro che fino a poco tempo fa non li degnavano di alcuna considerazione.

A questo proposito, sono rimasto davvero sbalordito nel vedere – a un convegno cartaceo-filatelico-numismatico – esposto in bella mostra, accanto ai raccoglitori di francobolli e di monete, album pieni di santini della Serie Isonzo, perfettamente catalogati in base al numero progressivo, all’edizione, al logo e – udite udite! – alle varianti.

Il venditore in questione aveva anche altri album, pieni di immaginette appartenenti a serie e a epoche differenti, ma dimostrava di possedere una conoscenza davvero approfondita del mondo Egim e in particolare dei santini della famosa serie. Accanto al numero dell’edizione fustellata, si poteva trovare la versione con il 1° logo, quella con il 2°, con le varianti, oltre alle ristampe più recenti relative ai loghi  3°, 4° e 5°.

Non sapevo se essere felice di questo fenomeno – finalmente i santini classificati ed esposti come i francobolli e le monete – oppure al contrario se dirmi deluso. Sì perché questa particolare attenzione per la filiconia riguardava in maniera quasi esclusiva santini seriali stampati in offset a partire dalla fine degli anni 40 del secolo scorso, mentre tutto il resto della produzione era messo a parte: album interi di Egim Isonzo e poi gli altri misti.

Ma le sorprese non erano mica finite. Il venditore in questione proponeva tali santini a prezzi da capogiro, che partivano dai 3 Euro, per i pezzi più comuni (quelli che in negozio trovi a 20 centesimi, per capirci), per raggiungere i 70-80 Euro per quelli cosiddetti rari. Il celebre 142 (Madonna delle Grazie) nella variante con le aureole di Gesù e di Maria a forma di croce, era offerto alla modica cifra di 84,00 Euro (perché poi proprio 84,00?); il San Marone (n. 252) in compenso era segnato Euro 48,50. E giù di lì a colpi di 36,00, 26,00, a fantasia.

La stessa immaginetta, nell'edizione 1° logo, con il titolo in latino e nella variante 4B
La stessa immaginetta, nell’edizione 1° logo, con il titolo in latino e nella variante 4B

Il colpo di grazia è arrivato poco dopo, quando ho visto che il venditore a fianco proponeva dei Koppe originali a 12,00 Euro al pezzo.

Ma come: delle incisioni xilografiche colorate a mano, di metà 800, proposte a un terzo di un offset degli anni 70 del Novecento?

Qualcuno mi ha detto: è anche colpa tua! Con le tue “anomalie” hai scatenato un fenomeno. Io non credo, sinceramente, che degli articoli sulle “anomalie” editoriali possano aver creato tutto questo interesse verso questa serie, oggi giunta al numero progressivo 430 (salvo novità dell’ultima ora), che grazie a varianti, anomalie ed errori vari, supera ormai i 1000 pezzi.

Penso invece che il collezionismo seriale, qualunque esso sia, soddisfi un bisogno interiore, quello stesso che da bambini ci faceva comprare, ogni anno, il nuovo album dei calciatori, per poi lasciarlo sistematicamente incompleto, a causa delle figurine introvabili e dei pochi soldi a disposizione nelle nostre piccole tasche.

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