Il santino del povero interista

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Che il santino – inteso come immaginetta religiosa, di cui tutti gli amici che seguono questo sito sono collezionisti, appassionati cultori o soltanto semplicemente stimatori dell’iconografia e/o del testo scritto sul versostesse attraversando, oggi più che mai, il suo momento di massima decadenza, è dimostrato da una serie di fattori che più volte sono stati evidenziati qui e in altri “incontri”.

Soppiantato da altri mezzi di comunicazione, che non sto ad elencare, ormai si trova sempre più raramente, anche in quei luoghi, come le chiese, che in passato rappresentavano il posto privilegiato per la sua diffusione.

Anche le case editrici che fino alla metà del secolo scorso erano ancora numerose, oggi si sono ridotte a pochissime – sempre le stesse – che ristampano immaginette già viste, e quando tentano di presentare qualche novità, dimostrano che purtroppo in materia le idee stanno a zero (non è un caso, se i collezionisti sono “affezionati” agli stessi tipi di sempre).

Un tentativo maldestro di produrre qualcosa di nuovo è rappresentato da alcuni santini, formato isonzo per intenderci, che possono essere acquistati sul solito sito di aste on line, dedicati alla squadra del cuore.

Ma più che immaginette religiose, direi che si tratta di burle tipiche da tifosi, come dimostrano gli assurdi testi stampati sul verso.

Orrendi dal punto di vista iconografico – lo stesso angelo che regge la bandiera con i colori e lo stemma della squadra – riportano dei testi che sono davvero ridicoli.

Cosa deve fare uno che è alla frutta?” – si legge nel testo dedicato all’Inter. “Signore, capisco che bisogna portare qualche croce. Gesù l’ha portata la croce; ma la cosa è durata un 3 ore. Noi interisti sono 15 anni, dicesi 15, che andiamo su e giù per il Calvario“, alludendo evidentemente al fatto che la squadra milanese non vince più da molti anni.

Meno pacchiana l’invocazione del tifoso juventino (forse perché vince sempre?), il quale conclude chiedendo che “tutti noi possiamo vincere la buona battaglia, ed avere da te la corona della vittoria“.

Sono dei veri santini? Credo proprio di no. Non penso infatti che la Chiesa abbia mai ricevuto richiesta e/o dato autorizzazione alla pubblicazione di testi simili.

Detto ciò, probabilmente fra qualche decennio di questi esemplari si parlerà, magari in negativo, mentre passeranno del tutto nell’indifferenza molti dei santini oggi prodotti che, pur avendo testi migliori, non sono più apprezzabili di questi sotto l’aspetto iconografico.

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