È poco conosciuto e poco invocato, quindi molto potente.

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Fu uno dei Dodici Apostoli,  meno noto del suo omonimo compagno, detto l’Iscariota. La sua “colpa” agli occhi del popolo dei devoti, è stata probabilmente quella di chiamarsi Giuda, proprio come il traditore di Gesù.

Nel celebre affresco di Leonardo, per esempio, i due si trovano raffigurati distanti: l’uno (l’Iscariota) è alla destra di Gesù, davanti a Giovanni; l’altro (Taddeo) è il secondo da destra (per chi osserva), accanto a Simone, con il quale viene spesso raffigurato.

Sta di fatto che quello per il Santo che porta con sé l’immagine di Cristo non è certamente fra i culti più diffusi, se si pensa che l’Apostolo era anche cugino di Gesù.

Per questo motivo ho molto apprezzato la scoperta di un opuscolo, un piccolo libro di preghiere, stampato a Palermo nel 1826, presso la Tipografia Salvato e Barcellona, dedicate allo “Amabile Apostolo del Redentore – S. GIUDA TADDEO“.

Il frontespizio del volumetto – le cui dimensioni sono di circa cm. 6,5 x 9,5 – chiarisce che le preghiere sono rivolte all’immagine del Santo “che si venera nel Ven. Monistero di S. M. della Martorana di Palermo dell’Ordine del P. S. Benedetto.

Secondo quanto si ricava da antichi documenti, la chiesa conosciuta ancora oggi con il nome di “Martorana” fu fondata a Palermo dall’Ammiraglio Giorgio Antiocheno, il cui ritratto è visibile nel mosaico realizzato nella Cappella del Rosario di detta chiesa intitolata non a caso a Santa Maria dell’Ammiraglio. Nella stessa chiesa vi è un’altra cappella, intitolata a San Giuda Taddeo (in essa si trova anche il ritratto su mosaico del Re Ruggiero il Normanno, mentre riceve l’Ostia da Gesù).

Molto interessante è la piccola xilografia dell’antiporta, in una raffigurazione dell’Apostolo molto particolare e insolita: immerso fra le nuvole, San Giuda Taddeo è in piedi dinanzi a una scrivania, nell’atto di scrivere, come dimostra la penna che tiene nella mano destra e una pergamena sul tavolo. Alla sua sinistra, si nota una libreria colma di volumi, con un mappamondo sopra. Sulla destra, in alto, l’immagine del Volto Santo stampata su un foglio.

Da notare, sulla nuvola in primo piano, il simbolo formato da righello e squadra (quella specie di “A”). Anche questo segno è molto insolito, se pensiamo che fra gli attributi del Santo si osserva, seppur raramente, la sola squadra. Gli appassionati di esoterismo ricorreranno al simbolismo massonico e altri oscuri riti occulti.

Il volumetto, scritto da un ignoto sacerdote – del quale conosciamo le sole iniziali “I.C.” – è dedicato a tale Reverenda Madre Badessa, Donna Eufemia Rosalia Pucci, probabilmente all’epoca, badessa del Monastero. Rivolto poi al lettore, specifica che il Santo è conosciuto anche come “Lebbeo” e “Corculus“, ovvero coraggioso e saggio.

Pregare San Giuda Taddeo è pertanto molto efficace, al punto che egli è conosciuto anche come uno dei quattro patroni delle cause impossibili – gli altri sono: Santa Rita da Cascia, Santa Filomena e San Gregorio.

Se volete approfondire, ho già dedicato a San Giuda Taddeo anche questo post e quest’altro.

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