Santi e Beati domenicani

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L’Ordine dei Predicatori fu fondato nel 1206 da Domenico di Guzman. Dieci anni dopo, nel 1216, il Pontefice Onorio III ne approvò la regola.

Sono dei chierici, con una precisa missione: predicare per evangelizzare. Sono anche un ordine di mendicanti, il che vuol dire che vivono affidandosi alla carità delle persone di buon cuore. Ma sbaglieremmo a pensare a questi frati come a dei poveri “straccioni” che semplicemente giravano il mondo predicando e mendicando. Al contrario, molti di loro furono degli uomini colti, che insegnarono nelle grandi Università d’Europa, scrivendo opere importanti.

E non fu certo un caso se molti appartenenti all’Ordine furono membri del famigerato Tribunale dell’Inquisizione, incarico che svolsero con particolare impegno e zelo. Il loro compito era quello di ricercare (“inquaerere”), giudicare e condannare gli eretici. Forse per questo motivo furono soprannominati Domini canes, ovvero “cani del Signore“, alludendo alla funzione di fedeli difensori (come cani appunto) di Cristo.

Per questa loro funzione non dovettero essere molto simpatici: al di là delle mitizzazioni, l’Inquisizione era un’istituzione odiatissima e i loro funzionari non erano molto amati. Prendiamo per esempio il frate Pietro Rosini, noto anche come San Pietro da Verona o anche San Pietro Martire (proprio così!).

Nel 1251 fu nominato inquisitore per le città di Como e Milano dal Pontefice Innocenzo IV, riuscendo a far pronunciare al Tribunale dell’Inquisizione alcune condanne che all’epoca fecero scalpore e che gli attirarono molti nemici. L’anno successivo, 1252, alcuni sicari lo uccisero spaccandogli la testa con una roncola. E questo, secondo la tradizione agiografica, fu il suo martirio.

Sono numerosi i santi e i beati domenicani e non sto qui  a fare l’elenco: fate una ricerca sul web e troverete i vari nomi.

Voglio invece parlarvi di una serie di santini molto interessante, dedicata proprio a essi, pubblicata a partire dagli anni 40 del Novecento dalla Curia Generalizia dei Domenicani di Roma.

La semplicità della cornice e la stampa tipografica delle figure sicuramente non fanno di questa serie una delle più belle del Novecento. Eppure, personalmente la considero una delle più interessanti sotto il profilo storico-iconografico: sono rari i casi in cui si trova una serie interamente dedicata alle figure di un ordine monastico.

Non sono in grado di dire quale sia il numero totale dei soggetti stampati, ma dovrebbe superare le cento unità; mentre sono almeno tre le edizioni pubblicate nel corso di un decennio.

Osservando la serie si notano anche delle curiosità: scopriamo per esempio che la Patrona dell’Ordine è Santa Maria Maddalena Penitente e che fra i santi importanti per l’Ordine vi sono anche gli apostoli Santi Pietro e  Paolo.

Consiglio la serie a quanti non si limitano a raccogliere esclusivamente santini “belli”, ma vogliono approfondire le loro ricerche. La collezione, infine, può tranquillamente essere conservata nei fogli classici di plastica senza il pericolo di rovinarne la stampa. Ovviamente, se usate una plastica di qualità è meglio e ricordatevi, ogni tanto di sfogliare il raccoglitore, per evitare il terribile effetto sottovuoto.

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