Il 13 dicembre è uno dei giorni più “popolari” dell’anno, nel quale la Chiesa, ma soprattutto il popolo dei devoti ricorda Santa Lucia martire. In alcune zone del nostro Paese, in passato (e forse ancora oggi) si usava indicare il corrispondente giorno del calendario con il nome stesso della santa, allo stesso modo di come si fa con Natale e Santo Stefano (25 e 26 dicembre) o San Martino (11 novembre).
Santa molto venerata dunque, la cui iconografia è altrettanto conosciuta: basta osservare una donna con un piattino sul quale sono posati due occhi per identificarla con la Santa siracusana (vedi anche QUI).
La sua grande popolarità è dovuta anche al fatto che fino al 1582 – anno in cui il Pontefice Gregorio XIII introdusse il nuovo calendario che porta il suo nome – il 13 dicembre corrispondeva con il Solstizio d’inverno, ovvero quel fenomeno astronomico per cui il “sol stizio”, il sole si ferma, e da lì in poi le giornate cominciano progressivamente ad allungarsi. Ciò spiega anche il motivo per il quale la tradizione vuole che il giorno di Santa Lucia sia il più corto dell’anno. In realtà, con la citata riforma gregoriana, il solstizio d’inverno si spostò di 10 giorni circa, per cui oggi corrisponde al 21 dicembre (e in alcuni anni al 22).
Ma il calendario liturgico della Chiesa cattolica in questo specifico giorno festeggia anche un’altra santa, anch’ella invocata – come Lucia – contro le malattie degli occhi .Il suo attributo principale – che potrebbe creare un po’ di confusione – sono due occhi, posti però (e questo è l’elemento essenziale) sopra un libro.
Figlia del duca Adalrico di Alsazia, Ottilia (o anche Otilia e Odilia) nacque in questa regione della Francia nel VII secolo dopo Cristo. Secondo la leggenda nacque cieca, per cui il padre la rifiutò affidandola a una domestica. Questa la portò al monastero di Balma perché ricevesse il Battesimo. A impartire il Sacramento fu il futuro santo Eraldo. In quel preciso istante avvenne il miracolo: la bambina acquistò la vista (come fecero poi i presenti a capire che improvvisamente ci vedesse è un altro prodigio). Diventata adulta fondò il monastero di Hohenbourg, del quale fu prima badessa. Morì il 13 dicembre.
Il suo culto è molto diffuso in Alsazia e in Germania, ma per uno strano caso del destino il suo corpo smembrato si troverebbe in diversi luoghi: per esempio, la testa sarebbe custodita nella chiesa di Tovena, un piccolo paese in provincia di Treviso.
*La bellissima miniatura settecentesca appartiene alla collezione privata dell’ottimo Domenico Vella.
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angela rotundo
Le immaginette sono stupende ,l’articolo molto interessante grazie