Immaginette manufatte: carta, penna e calamaio

Gli amici collezionisti appassionati di immaginette manufatte, sono soliti attribuire, in particolare, a questa tipologia i famosi canivets, i collages, le miniature. Manufatti che avevano come paternità autori sconosciuti (in genere, giovani suore dei monasteri femminili sparsi in Europa), ma con specifiche abilità nella realizzazione di quelle piccole e preziose opere d’arte.

Fra le immaginette manufatte (lett. fatte a mano) se ne trovano anche – poche in verità – alcune realizzate da artisti improvvisati, e soprattutto devoti, persone comuni che, per motivi vari (noti soltanto a loro stessi), si sono cimentati nell’arte dell’iconografia devozionale.

La prima immaginetta che vi propongo raffigura San Giuseppe, padre putativo di Gesù e marito della Vergine Maria. L’artista si è ispirato a un’immagine non del tutto conforme all’iconografia classica del Santo. Un uomo avanti con gli anni, con la barba – e qui nulla di diverso dallo stereotipo che conosciamo tutti – ma senza il Bambino in braccio. Inoltre, è a mani giunte, con la destra nell’atto dell’Auspice Mariae (per approfondire, potete leggere il mio “Nel segno della Vergine”) e il giglio.

Il titolo scritto in latino, S. Iosephus – versione popolare del più letterale Ioseph – è seguito dall’anno di realizzazione, ovvero il 1847.

Il secondo manufatto che vi mostro è molto particolare, innanzitutto per la forma, che rappresenta la “vera” misura del piede della Vergine Maria (ne ho parlato anche QUI).

Per una volta, iniziamo dal verso. La prima curiosità è data proprio dal testo, scritto a mano naturalmente. E forse molto frettolosamente, in quanto lo scrittore, a un certo punto, si è dimenticato un pezzo. Scrive l’autore

“Vera misura del piede della
Ss. Vergine Maria cavata da
una Sandaglia, che si conserva
in un Monastero di…”

Ebbene, non solo chi scrive non ci dice di quale monastero si tratta, ma come se nulla fosse, il testo continua con

“…XXII.mo
concessa 700. anni a chi con
divozione la baccierà, con recita
re tre Pater, & ave con la
medesima divozione

In pratica, evidentemente troppo concentrato a copiare, il devoto non si è accorto di aver saltato un pezzo, quello che dice: “Spagna. Il Pontefice Giovanni

È evidente che sia l’errore di omissione, sia lo stile usato (quel “baccierà” è molto esplicito) ci fanno capire che siamo di fronte a un manufatto devozionale, destinato a un altrettanto ambiente devozionale e, aggiungerei domestico.

Quanto all’immagine raffigurata sul recto , apparentemente non ha nulla di religioso. Le interpretazioni potrebbero sprecarsi, fra cui l’idea che l’autore si sia servito di un foglio di carta già disegnato in precedenza, che ha poi ritagliato e scritto.

Entrambi i manufatti sono disegnati a penna e inchiostro su carta vergellata, in uso agli inizi dell’Ottocento.

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