L’arte stravagante degli ex voto

La locuzione ex voto, proviene dalla frase latina “ ex voto suscepto e sta a significare: “secondo la promessa fatta”.

Tale azione devozionale può essere paragonata ad una sorta di “patto non scritto” tra il
“volvente” (colui che chiede una grazia) e la divinità che dovrebbe concederla. Insomma, tutta la prassi di
richiesta, va a concretizzarsi in un’ azione che potrebbe ben riassumersi: “Se tu mi darai questo, io
diventerò quello
”. Un pò riduttiva come cosa ma, in soldoni, questo è ciò a cui va a ridursi il “patto”.

Questa sorta di contratto, ha fatto sì che le forme di ringraziamento per grazia ricevuta, si andassero a concretizzare in una vera propria forma di “POP Art” che, ad oggi, risulta essere una delle attrazioni principali dei Santuari e dei Collezionisti. Le testimonianze, intese anche come fonti, che attestino la “grazia ricevuta” vanno a formalizzarsi in una varietà di oggetti che possono andare da quadretti che ritraggono il momento in cui la divinità è intervenuta a scampare un imminente pericolo ad oggetti ritraenti corpi o parte del corpo guarite (detti devotionalia).

La differenza tra ex voto (inteso come dipinto) e devotionalia (parte del corpo sagomata) sta nel “modus” di richiedere il favore divino. Nel primo caso (ex voto) il dipinto, molte volte realizzato o dal volvente o da disegnatori non professionisti, ritrae a mo’ di fumetto il momento in cui la Grazia è stata ricevuta; il devotionalia, invece, ha una storia più importante.

Di tradizione romana, greca ed etrusca, il devozonalia non ha come fine quello di attestare una grazia ricevuta, bensì è un oggetto che viene donato alla divinità nel momento in cui si richiede la grazia. Insomma una sorta di post- it di altri tempi, utile affinchè la Divinità possa concentrarsi sulla parte del corpo che necessità di un intervento “iperuraneo”.

Per sommi capi questa è la differenza tra gli oggetti che suscitano interesse antropologico e
collezionistico e che tappezzano le pareti dei santuari. Nella svariata gamma degli oggetti devozionali, ve ne sono altri che prescindono da queste due forme canoniche e che lasciano al fruitore una libera
interpretazione del “fatto” accaduto
e che, dal cartiglio posto, possono far intendere quale favore possa essere stato richiesto, come questa bottiglia, sulla quale è ritratto San Nicola di Bari.

Sembrerebbe che tale oggetto sia stato donato al santo da una persona avvezza all’alcool o da un suo familiare che ha chiesto al Santo Vescovo di Myra di salvare un suo affetto stretto da questa dipendenza.

In generale, gli ex voto possono ritenersi una delle forme d’arte popolare che, come i santini, le medagliette votive, i rosari etc. più riassumono il sentimento religioso e il rapporto con il divino da parte delle masse.

*gli oggetti raffigurati appartengono alla collezione privata dell’autore

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